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Ultima Turnè

Romanzo

Dopo il successo del noir “Il padrone delle nuvole”, che ha ottenuto lo scorso anno il riconoscimento del prestigioso premio letterario intitolato a Gian Antonio Cibotto, lo scrittore e giornalista veneziano Roberto Bianchin torna alle atmosfere picaresche di “Niente rumba stanotte” (2002, Marsilio), con il suo nuovo, irresistibile romanzo.
Primo premio per la narrativa edita nella seconda edizione del concorso nazionale «Gianantonio Cibotto».
Il libro narra una vicenda bizzarra che inizia in una casa di riposo per artisti di varietà abbandonata nella campagna, la cui quiete sonnolenta viene turbata dall’arrivo di un curioso personaggio. Si tratta di un celebre impresario teatrale, che propone al direttore della casa di riposo di mettere in scena uno spettacolo di varietà alla vecchia maniera con gli artisti ancora in grado di esibirsi. Sarà uno spettacolo talmente vecchio da sembrare nuovissimo, spiega entusiasta l’impresario, dal momento che show di quel tipo non se ne vedono più da oltre mezzo secolo.
Gli artisti all’inizio sono perplessi. Siamo troppo vecchi, dicono, da troppi anni siamo lontani dalle scene. Ma piano piano l’idea comincia a solleticare la loro vanità. Il direttore chiama Ricky, presentatore e regista, e questi chiama Oreste, il suo amico pianista, e indicono una selezione per valutare gli artisti. Alla fine scelgono un comico, un giocoliere, un mago, un fachiro, un trapezista, due ballerini, una soubrette, un’equilibrista, un’acrobata, un’indovina, una donna cannone, una donna barbuta. Alla comitiva si aggregherà, da clandestina, una nana.
Dopo cinquantadue giorni di prove estenuanti nel teatrino della casa di riposo, la compagnia, a bordo di un pullmino argentato che monta sul tetto una stella di latta alta più di un metro – dal titolo del loro spettacolo, “Stelle d’argento” – parte per un’avventurosa tournée che li porterà in teatri grandi e piccoli di paesi e città, ma anche nelle piazze, nelle discoteche, sulle spiagge, nei villaggi turistici.
Il romanzo, che narra con piglio picaresco fatti e misfatti di quest’ultima tournée (anzi turnè, come scritto per errore nei manifesti), è un omaggio a un mondo che non c’è più, quello dell’avanspettacolo, e insieme un viaggio dolceamaro, tra il serio e il faceto, che chiama in causa Cicerone e Seneca, ma anche Svevo e Schopenauer, nel pianeta inquieto e misterioso della vecchiaia. Con un finale inaspettato.
Con la sua penna acrobatica, poetica e brillante, ironica e surreale, l’autore inanella un’altra perla della sua giocosa maturità.